Chiesa parrocchiale di S. Marco Evangelista (sec. XVI)

L’attuale edificio sacro risale alla fine del Cinquecento, epoca nella quale lo si ricostruì completamente.

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Descrizione

I lavori terminarono agli inizi del Seicento e il tempio fu consacrato il 14 aprile 1606. Tra il Seicento ed il Settecento inoltrato si provvede alla collocazione o al rifacimento in marmo dell’altare maggiore e di quelli laterali e alla costruzione di una bussola d’entrata.

 Tra il 1939 ed il 1945 si aprirono le cappelle delle Madonna e di S. Giuseppe, si rivestirono in marmo le colonne del presbiterio e si modificò l’altare maggiore che assunse l’aspetto che ancor oggi conserva. Per talune soluzioni ed elementi architettonici adottati nella costruzione del tempio, autorevoli studiosi ritengono probabile che al rifacimento dell’edificio sacro, attuato tra i secoli XVI e XVII abbiano almeno parzialmente contribuito artisti quali il Bagnatore ed il Todeschini, due fra gli architetti più celebrati del Bresciano. Nella facciata piuttosto piatta, si distinguono tuttavia paraste e riquadri avvicinabili al gusto del Bagnatore. Sopra il frontone triangolare che sovrasta la bussola settecentesca, un oculo rotondo è fiancheggiato da due nicchie vuote sopra le quali il frontone è raccordato con la zona inferiore da una voluta. Il campanile originariamente in pietra a vista, s’innesta sul lato destro della facciata, accentuandone l’asimmetria.

L’interno è diviso in tre navate da due ordini di pilastri a sezione cruciforme sui quali poggiano archi a tutto sesto. La navata centrale presenta una volta a botte e quelle laterali sono coperte da volte a crociera. Un piccolo transetto che attraversa le navate all’altezza del presbiterio, determina la pianta a croce latina dell’edificio. Il presbiterio è sormontato da una cupola semisferica che si raccorda alla pianta quadrata per mezzo di quattro pennacchi. La parte affreschiva è tutta le Novecento e si deve ad Eliodoro Coccoli che tra il 1924 ed il 1930 decora con triadi di angeli la navata centrale, dipinge il Battesimo di Gesù nella cappella del Battistero e raffigura nei quattro pennacchi della cupola i SS. Rocco, Sebastiano, Carlo Borromeo e Francesco d’Assisi. Di notevolissimo interesse la quadreria che vede opere di Francesco Paglia L’Ascensione di Gesù, pala dell’altare maggiore affiancata nella zona absidale dalla Presentazione di Gesù al tempio, attribuita a Pietro Ricchi detto il Lucchese e Il martirio di S. Pietro da Verona, datato 1599 e firmato da Gian Battista Galeazzi, opere più volte concesse in esposizione per mostre nazionali ed estere.

Nelle navate laterali si vedono due pale di Francesco Lorenzi La comunione di S. Luigi e la Pala del S. Cuore cui si può aggiungere il Sacrificio di Melchisedech attribuito a Grazio Cossali ed inoltre il Martirio di S. Pantaleone datato 1628 e firmato da Antonio Gandino. Segnalabili inoltre un S. Francesco e un Angelo assegnato a Francesco Maffei, alcuni quadretti, copie del Moretto e due superstiti dipinti delle storie di S. Rocco d' incerta attribuzione. Per quanto riguarda le opere scultoree che impreziosiscono il patrimonio artistico della chiesa ricordiamo particolarmente la Soasa lignea dell’altare maggiore, opera in parte di Clemente Zamara ma dovuta soprattutto agli scalpelli di Clemente Tortelli, scultore clarense tra i più noti del Cinquecento bresciano.

Questa ancona ricomposta nel 1723 secondo la struttura attuale utilizza statue e figure ordinate nel secolo XVI per l’antico altare del Corpo di Cristo dell’omonima scuola. Degne di nota sulla controfacciata, sistemate in distinte nicchie che si collocano ai lati del portale principale, le statue di S. Domenico e S. Caterina, probabilmente collocate originariamente all’altare della Madonna del Rosario, opera di Giambattista Carboni databili con sicurezza al 1750. L’intervento del medesimo scultore è forse ravvisabile anche nel monumentale altare delle reliquie sistemato nella prima cappella della navatella che si pone a destra rispetto a chi entri dal portale maggiore.

Da segnalare ancora il coro ligneo della cappella maggiore e l’altare liturgico, opere dovute alla bottega artigiana di Martino Sandrini da Ponte di Legno, condotte a compimento tra il 1982 ed il 1985 in stile moderno ma con una impaginazione compositiva e figurativa che si richiama ai modelli classici. Una citazione specifica merita il grande organo sistemato nella cappella di S. Giuseppe, completamente rinnovato dalla ditta Inzoli di Crema. Lo strumento, dotato di 50 registri e 3262 canne, è stato inaugurato il 13 settembre 1982.

Modalità di accesso:

Accesso libero e gratuito.

Indirizzo

Contatti

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Pagina aggiornata il 09/05/2024